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venerdì 27 febbraio 2015

DETECTIVE SCHIAFFI

Potenza Estrema - Vetri Rotti Dappertutto!

Stasera l'attenzione è tutta per il mitico "Detective Schiaffi" (2013) del giovane Marco 'Joe Schiaffi'.

Siamo a Shinjuku, Tokyo, 1999. Joe è un personaggio bizzarro, il quale dopo essere stato leader dei Devil Tears, la banda di moto teppisti più temuta e rispettata della città, decide di buttarsi in polizia. Joe Schiaffi non fa soltanto questo, difatti, è anche un talentuoso batterista jazz. La svolta per lui arriva con il nuovo caso che lo vedrà lavorare a stretto contatto con l'ultima vera rock band rimasta al mondo, i grandiosi Scarecrow Peak, dei quali Joe è fan accanito.
Un susseguirsi di eventi assurdi e imbarazzanti lo porteranno a dover guardare in faccia la realtà, quella da cui ha cercato di nascondersi per molto tempo.

Conosciuto anche come "Il Drago di Shinjuku", Joe, giovane ventenne poco tranquillo, rozzo, grezzo e ignorante, è famoso per le numerose risse in cui si è imbattuto, ma dalle quali ne è sempre uscito vincitore. Se Joe non cerca i guai, sono i guai stessi a cercare Joe! 
È così che si svolge la sua storia: tra suon di botte e suon di musica (poiché vi si trova un repertorio più che notevole di musica rock'n'roll).
Spesso mi son ritrovata ad immaginare un soggetto buffo e ridicolo come Austin Power, in situazioni surreali, ricche di azione ed eroicità, stile 'Starsky & Hutch', e questo ha reso estremamente divertente la lettura già di per sé ilare. L'autore stesso ammette di aver scritto il suo primo libro in chiave ironico-demenziale e a tal proposito, voglio citarvi alcuni versi...

«Qual è stato il momento più triste della tua vita?» /.../ 
«È successo nel 1998» iniziò a raccontare Joe.  
«L'anno scorso?». Gli domandò lei. /.../
«Era... era il 31 maggio del 1998, per la precisione, quando...»
«... Quando?»
«... Quando... quando nel bel mezzo del tour mondiale... Geri... Geri Halliwell, lasciò le Spice Girls, spezzando il mio cuore! Aveva promesso che non sarebbe mai finita! Che sarebbero state amiche per sempre... e invece... dio mio, Jessie! Ancora oggi, parlarne, mi strazia!»

O ancora...

«Bene, io sono pronto, entriamo quando vuoi!»
«Hai fatto la cacca, Daigo?»
«Come?? Ma che domande!»
«No, così... io mi sono dimenticato di farla, porca puttana, spero non mi venga mentre siamo in ballo... secondo te lo trovo un cesso lì dentro??»
«Vedremo di trovarne uno, Joe, spera piuttosto che ci sia la carta!». Disse Daigo abbracciando l'amico, commosso.

Questi sono soltanto alcuni dei passi che mi hanno fatta sbellicare dalle risate.
Quello che più ho apprezzato e che non è da sottovalutare, dato che al giorno d'oggi è un problema che si riscontra sempre di più nelle nuove letture (di ogni genere), è stato il linguaggio, o meglio, il ritmo incalzante e crescente che assume via via la narrazione, che riesce a rendere vive le immagini e l'attenzione del lettore. A volte, anche gli scrittori affermati non riescono a non perdersi tra le loro parole, annegando in descrizioni tanto prolisse quanto noiose. Qui, non succede.
Ovviamente, il fatto che la storia sia trattata con molta ironia e tanta fantasia, non esclude la serietà, che vi si cela dietro alcune riflessioni del protagonista.

«L'Italia è un paese di merda, un popolo di coglioni che non sanno fare altro che piangersi addosso e cercare di fregarsi gli uni con gli altri /.../ Non mi riconoscevo in nulla lì, e me ne sono andato, tutto qui!»

Marco stesso dice di sé: Non sono uno scrittore, ho prodotto questo lavoro unicamente per la necessità di condividere un messaggio.
E io ritengo che questo messaggio arrivi forte e chiaro, senza nascondere anche un velo di commozione nel riceverlo.

Una lettura davvero piacevole e adatta a tutti. Consigliato!


P.S. potete scaricare l'ebook sul sito, oppure comprarlo cartaceo alla modestissima cifra di 5€.

_Noe_






lunedì 23 febbraio 2015

Voglia di LIBRI: "Canti del Mid-America" di Sherwood Anderson (Corrimano Edizioni)

Sono una cosetta, una minuscola cosetta nelle vaste praterie. Non so nulla. La mia bocca è sporca. Non posso esprimere quello che voglio. I miei piedi sprofondano nella terra paludosa, ma io sono un amante. Amo la vita. Alla fine l'amore mi salverà. (Da "Chicago", p. 13)

Copertina del libro.
 "Amo la vita. Alla fine l'amore mi salverà". Già da queste due breve frasi (che, non a caso, sono state sottolineate) potrete capire quanto un libro come "Canti del Mid-America" meriti d'esser letto. 

"Canti del Mid-America" (titolo originale: Mid-American Chants), è una raccolta poetica dell'autore statunitense Sherwood Anderson (1876 - 1941) pubblicata originariamente nel 1918, inedita in Italia fino al 2014 quando, ad opera di una tanto nuova quanto intraprendente casa editrice palermitana, la Corrimano Edizioni, è stato tradotto e pubblicato in lingua italiana. 

La poetica di Anderson (la cui impronta letteraria ispirò altri celebri autori americani, come Francis Scott Fitzgerald e J.D. Salinger) è caratterizzata da un continuo gioco di contrapposizioni. Rappresentando l'uomo arido d'amore così come aridi sono i campi dell'entroterra statunitense durante la stagione fredda, allo stesso modo Anderson vede nell'uomo la possibilità di una rinascita, di un ritorno alla primavera, attraverso IL sentimento, tanto tormentato quanto indispensabile come l'aria, l'amore

Amore che balza, mormora, strepita, piange,                                                             Amore che fa una sosta nel tempo, e mi crea. (Da "Salvo", p. 30) 

L'autore, Sherwood Anderson.
Già nella sua introduzione all'opera, Anderson fornisce al lettore una spiegazione a proposito della scelta di accostare l'immagine dell'uomo in cerca (e non) d'amore, principale risorsa nutritiva dell'anima, a quella del campo, che necessita d'acqua esattamente quanto l'uomo di amore; secondo l'autore, in un'era (fine '800 - inizi '900) dominata dalla "terribile macchina", l'industrialismo, è ancora improbabile che l'uomo possa essere raccontato attraverso il canto, che invece permette alle parole di fluttuare liberamente tra le pagine, dando vita ad autentiche emozioni, senza condizionamenti esterni. Di conseguenza, quella che l'autore si propone - e che propone a sua volta al lettore - è una sfida contro la propria società, dimostrando come, in un'epoca dominata dalle macchine, dalle industrie e dalle città brulicanti di lavoratori strappati ai campi (non a caso la contrapposizione campo/uomo), sia ancora possibile lasciarsi andare alla brezza leggera della poesia. Ragion per cui, anche nei momenti di più profonda tristezza, così come tristi e dispersive possono essere le città dominate dalle industrie, l'uomo di Sherwood vede la propria primavera:

Sono stato a lungo da solo in un posto strano dove non vennero dei. Strisciate, uomini, e baciate la faccia deforme del mio dio di fango. Sono un dio deforme io stesso. È primavera e l'amore è giunto a me - L'amore è giunto a me e presso i miei uomini. (Da "Canto di primavera americana", p. 41)                                                                                  
Ringrazio la Corrimano Edizioni per averci dato la possibilità di leggere i loro testi (di cui potrete leggere le recensioni prossimamente), e un ulteriore e particolare grazie va a Verdiana del Club del Libro a Palermo (qui il link al loro blog), che ancora una volta ha riposto fiducia in noi. Grazie :-)

Spero abbiate apprezzato questa recensione, i miei post sul blog riprenderanno a luglio (dato che fino ad allora sarò all'estero), ma nel frattempo ovviamente saremo ancora attivi, sia qui sia sui vari social.
Alla prossima!

Dorotea.

Link utili:
Sito Corrimano Edizioni http://www.corrimanoedizioni.it/
Catalogo titoli Corrimano Edizioni http://www.corrimanoedizioni.it/catalogo
Blog Club del Libro a Palermo https://clubdelibroapalermo.wordpress.com/

mercoledì 11 febbraio 2015

Perché leggere? #ioleggoperché

È partita lunedì 9 febbraio la nuova iniziativa atta ad invogliare ulteriormente la popolazione italiana alla lettura. Tale iniziativa si presenta sotto forma dell'hashtag #ioleggoperché ed è stata proposta dall'A.I.E. (Associazione Editori Italiani), al fine appunto di incoraggiare gli italiani, sempre più restii ad avvicinarsi alla letteratura, ad invece cercare un contatto, anche minimo, col magico mondo dei libri ove, parafrasando una frase di Umberto Eco, si vivono centinaia di vite.
L'iniziativa #ioleggoperché, che ha già ottenuto centinaia di consensi da parte degli utenti dei vari social network, nasce come fase "preparatoria" al 23 aprile, Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, giorno in cui, grazie ad alcuni "messaggeri della lettura", verrà distribuita una collana di libri, ritenuti adatti anche ai lettori alle prime armi, a cui hanno collaborato alcune delle penne più celebri del mondo della letteratura (solo per farvi alcuni nomi: Alessandro Baricco, Khaled Hosseini, Daniel Pennac) durante una serie di eventi ed iniziative atte, ancora una volta, a stimolare il grande pubblico alla lettura che, man mano, si svolgeranno nelle principali città italiane (io purtroppo sarò all'estero, ma fossi in voi mi precipiterei). 

Immagine dal web.
Lasciando perdere i disastrosi numeri che le statistiche riportano a proposito del numero di lettori, più o meno "forti", in Italia, cerchiamo piuttosto di rispondere alla complessa domanda lanciata dall'hashtag: perché leggere? 
Naturalmente senza togliere nulla ad altri altrettanto nobili passatempi, risulta banale dover sottolineare che, più d'ogni altra cosa, la lettura apre le menti e gli orizzonti. Il fatto che nelle librerie è possibile trovare una vastità di tematiche e generi letterari può essere però al contempo un pregio e un difetto: se da una parte un lettore curioso può spaziare dal romanzo storico alla fantascienza, un lettore alle prime armi può invece sentirsi disorientato ed incappare nel primo libro che capita, col risultato che, a causa di una casuale lettura sbagliata, possa scoraggiarsi subito e ritenere la lettura noiosa. Questo è uno dei più grandi errori che, dal mio personalissimo punto di vista, accade soprattutto a scuola, dove solitamente si ha il primo approccio - a meno che non si abbia l'immensa fortuna di vivere in una famiglia di lettori abituali - coi libri. Ragion per cui molti bambini ed adolescenti, costretti a perdersi tra le pagine di romanzi scadenti, o semplicemente non adatti ad un pubblico di una certa età, perdono alcun interesse nella lettura, interesse che spesso non riacquisiscono in età adulta, complice anche un ambiente dove la letteratura è scarsamente presa in considerazione, oppure uno stile di vita che concede poco tempo allo svago. 

Tuttavia, scrivendo in un blog che tratta principalmente di libri, sono leggermente di parte quando vi dico: buttatevi, lasciatevi trasportare dalle pagine di un buon libro. Leggete anche i libri brutti (o meglio, quelli che la stragrande maggioranza delle persone ritiene brutti) in modo da poter capire cosa gradite e cosa no, concentrandovi dapprima su ciò che potrebbe davvero piacervi (se, ad esempio, amate il calcio, magari potreste apprezzare "Il centravanti è stato assassinato verso sera" di Manuél Vasquez Montalbán o "Tre atti e due tempi" di Giorgio Faletti), per poi magari addentrarvi pian piano verso altri generi che magari prima non avreste nemmeno preso in considerazione. Stesso suggerimento per i lettori più allenati: non cadete mai nell'errore madornale di quello che ho sempre definito "snobismo letterario", caratterizzato da lettori che pronunciano frasi come "leggo solo x e y", "non leggo autori italiani/americani/indiani/marziani", "quello che è stato pubblicato dal 1985 in poi non mi interessa" eccetera. Se Kant era il filosofo del limite per eccellenza, noi possiamo anche guardare oltre.
Concludendo, perché leggiamo?
Molto semplicemente: leggiamo perché vogliamo crescere, mentalmente e spiritualmente.
Non mi resta che augurare a tutti voi, lettori novelli e senior, una buona lettura e, se vi va, commentate rispondendo come meglio credete all'hashtag #ioleggoperché qui, sulla nostra pagina Facebook, sul nostro Twitter...dove volete!

Dorotea.

Link utili:
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