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venerdì 18 marzo 2016

"Meglio il libro o il film?": Bridget Jones (trilogia)

Un po' di tempo fa vi annunciai, sulla nostra pagina Facebook, che "prossimamente" (virgolette dovute alla mia incorreggibile mancanza di tempo e di puntualità, chiedo venia) sarebbe uscita sul nostro blog la recensione di una trilogia letteraria piuttosto conosciuta e prettamente dedicata al pubblico femminile. Tra le risposte ipotetiche dei nostri fans, nessuna si è rivelata essere quella giusta, motivo per cui la protagonista del nostro post di oggi, nonché la  più imbranata della storia letteraria e cinematografica, Bridget Jones, è decisamente più nota al pubblico per l'interpretazione di Renée Zellweger al cinema, nella trasposizione dei due primi romanzi, che nella versione letteraria, composta appunto da ben tre episodi. 
Nella seconda puntata della nostra rubrica "Meglio il libro o il film?" (QUI troverete la prima puntata, dedicata a "Il diavolo veste Prada"), andremo pertanto a scoprire non tanto le differenze, spesso inevitabili, tra versione letteraria e la rispettiva trasposizione cinematografica, ma i punti di forza dell'uno e dell'altro. 

(n.b. NON CI SONO SPOILER!)


Prima di tutto: chi è Bridget Jones? Domanda che ha risposta più che immediata: nata dalla penna dell'autrice inglese Helen Fielding, Bridget Jones nasce come protagonista del romanzo, edito da Sonzogno del 1998, "Il diario di Bridget Jones" (titolo originale: Bridget Jones diary, 1995), divenuto, nel 2001, una pellicola di successo con Renée Zellweger nei panni dell'impacciata protagonista, trentenne segretaria di una casa editrice ossessionata dall'idea di perdere peso e dalla ricerca dell'uomo perfetto, e con Hugh Grant e Colin Firth rispettivamente nei ruoli di Daniel Cleaver e Mark Darcy, uomini che entrambi avranno ruolo fondamentale nelle pagine del diario in cui Bridget, nel cercare di riprendere in mano la propria vita, racconterà tutte le sue verità. A far da contorno ad una sequela di tanto spassose quanto (occasionalmente) tragicomiche vicende, i genitori di Bridget, sempre ad un passo dal divorzio e nel pieno della crisi dovuta all'avanzare dell'età, e tre amici, nonché fratelli di sventure, Jude, Tom e Sharon (spesso nominata Shazzer nei libri), che spesso e volentieri mettono lo zampino, creando ulteriori problemi, nella già complicata vita privata della povera Bridget, la quale, già di suo, non fa che confondere, tra una sigaretta e un bicchiere di vino di troppo, la situazione. 




Nel secondo romanzo, "Che pasticcio, Bridget Jones!" (Bridget Jones the edge of reason), edito da Rizzoli nel 1999 e divenuto film nel 2004, la protagonista, così come preannuncia il titolo originale, tocca il limite della ragione: altre situazioni catastrofiche, nonché la sua predominante insicurezza, si sovrappongono l'un l'altra guastando una breve ma significativa stabilità sentimentale. Allo stesso tempo Bridget deve fare i conti col nuovo lavoro da reporter e un inaspettato viaggio in Asia con l'amica Sharon, che le causerà non pochi problemi.






Il terzo ed ultimo capitolo della serie, intitolato "Bridget Jones, un amore di ragazzo" (Bridget Jones: mad about the boy, 2013) arriva ben quattordici anni dopo l'ultimo romanzo e, al contrario di come ci si potrebbe aspettare, ovvero uno stantio riciclo di idee al fine di fare soldi sfruttando la fama del personaggio, il terzo romanzo della saga Bridget Jones è proprio la boccata d'aria fresca che serviva alla storia. 
Ritroviamo qui una Bridget in prossimità dei cinquant'anni, nuovamente single, ma con tanto di figli piccoli e una grande casa da gestire, nonché un avanzamento di carriera come sceneggiatrice cinematografica. Inevitabile chiedersi cosa sia avvenuto in questi ultimi anni: sempre tra le pagine del suo diario, tra infelici conteggi di sigarette fumate, calorie ingerite, chili persi e amori conquistati, emergerà una Bridget che, seppur maturata e resa più responsabile a causa di non pochi momenti tristi nella sua vita, e dall'inevitabile cambiamento dovuto al passare del tempo, resterà sempre la solita Bridget che non regge l'alcool, che si ingozza di mozzarella grattugiata e di cioccolata, e dedita a far figuracce, soprattutto dovute ad un errato uso dei social network. 

Veniamo ora alla domanda cruciale: MEGLIO IL LIBRO O IL FILM?
Risultato: parità, dovuta semplicemente al fatto che non è stata realizzata la trasposizione cinematografica del terzo capitolo (anche se voci di corridoio non ne escludono la possibilità in futuro). Se avete visto e apprezzato il primo film, troverete adorabile naturalmente anche la versione letteraria, poiché vanno di pari passo e le differenze percepibili sono minime e solo ai fini della sceneggiatura.
 Tuttavia, come abbiamo visto nel caso de "Il diavolo veste Prada", non sempre il libro si rivela essere migliore al film. E lo stesso caso vale per il secondo capitolo, dove, nel corso della lettura, capita spesso di doversi fermare e sentirsi quasi in dovere di mollare una testata a Bridget, poiché, arrivando al limite della ragione, arrivano anche dei momenti dove i suoi neuroni si prendono una lunga vacanza. Pertanto, vi consiglio di limitarvi al film, sicuramente più spassoso e meno "disperdi-neuroni". 
Dal momento che il terzo ed ultimo capitolo non può essere (ancora) paragonato alla versione cinematografica, vince a tavolino. Nonostante ciò resta, a mio avviso, il migliore della trilogia. 





Forse non tutti sapevate che: 
Oltre all'evidente scelta dell'autrice di dare al grande amore di Bridget, Mark, lo stesso cognome del personaggio di "Orgoglio e pregiudizio", ovvero Darcy, la scelta di Colin Firth per il ruolo di Mark non è casuale, dal momento che lo stesso attore ha interpretato Darcy anche nella trasposizione cinematografica del romanzo della Austen. E l'attore fa la propria comparsa nel ruolo di se stesso anche nel secondo romanzo, dove un'impacciatissima Bridget intervista l'attore a Roma, facendo più volte riferimento alla camicia bagnata durante una delle scene di "Orgoglio e pregiudizio".

Si conclude qui la seconda puntata della rubrica "Meglio il libro o il film?". Fateci sapere se avete letto i libri e/o visto i film, e quali secondo voi sono meglio riusciti. Alla prossima!
Dorotea.
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