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martedì 27 settembre 2016

Voglia di LIBRI (e che Libri!): Jane Eyre e la sorprendente attualità dei classici

Vi è mai capitato di amare qualcosa ancor prima di scoprire di cosa si trattasse? 
Questo è ciò che mi è successo con Jane Eyre, uno dei romanzi più celebrati di sempre, appartenente al superbo periodo letterario, d'epoca vittoriana svoltosi in Inghilterra nel 19° secolo , che comprende, tra i nomi più noti al pubblico d'ogni parte del mondo, le opere di Jane Austen (sebbene non proprio associabile al romanzo vittoriano), William Thackeray, Charles Dickens e le sorelle Bronte, e tra esse Charlotte Bronte, autrice del romanzo di cui parleremo oggi. 

Questo post non vuole essere una vera e propria recensione (romanzi come Jane Eyre, francamente, non ne hanno alcun bisogno), quanto una riflessione sui personaggi, e sulla sorprendente attualità che essi rivelano nel corso della lettura, a distanza di quasi duecento anni, in un'epoca diametralmente opposta alla nostra. Tuttavia, mi piace pensare che, nonostante la notevole distanza temporale dall'epoca in cui Charlotte Bronte ha pubblicato il romanzo (era il 1847) ad oggi,  ci si possa ancora emozionare e, perché no, immedesimare nei personaggi, le cui vicende, se traslate in un'epoca più recente, sono ancora molto verosimili. 
 
Dal film di Franco Zeffirelli (1996)
Iniziamo con l'inquadrare per l'appunto i protagonisti, prima fra tutti la nostra eroina. 
Chi è Jane Eyre? Jane è una giovane donna, neanche ventenne, che porta ancora oggi le cicatrici delle ferite del passato, tra un'infanzia in una famiglia adottiva in cui non era amata ed il successivo trasferimento nel collegio di Lowood, dove il cibo è scarso, il clima è rigido e vi è poco spazio concesso agli svaghi. Otto anni a Lowood trasformano Jane in quella figura severa che la zia Reed, nonché tutrice della ragazza, aveva più volte criticato e vessato anni prima. Ad un occhio esterno Jane non sembra che una giovane istitutrice, rigida, dedita solo al lavoro e del tutto ignara di alcun tipo di divertimento, ed è così che si descriverà lei stessa (il romanzo è per l'appunto in prima persona). In realtà Jane non è che una ragazza qualsiasi, che sa emozionarsi per le piccole cose, la cui unica sfortuna è stata non aver alcun approccio col mondo in cui vive il suo, chiamiamolo così, datore di lavoro, Edward Rochester, conoscitore del mondo, appassionato di viaggi e di belle donne. 
Prima di passare a Rochester, altra figura interessantissima del romanzo, soffermiamoci ancora su Jane: quel che più sorprende, a parer mio, è la normalità assoluta di questa ragazza, dalle ribellioni infantili ritenute dalla zia "appartenenti ad un animo malvagio" (andiamo, chi di noi non ha mai risposto male a 10-11 anni?), alle passioni scoperte una volta uscita dal collegio. Jane è chiaramente dipinta come una giovane donna affamata di vita e d'amore, che pian piano scopre la bellezza di una vita migliore (ci si intenerisce davanti alla sua reazione quando vede la sua nuova stanza nella tenuta di Rochester), e soprattutto la scoperta di ciò che, fino a d'ora, non riteneva le fosse possibile ottenere: l'amore di un uomo, la cui ricchezza avrebbe potuto concedergli le donne più belle (tra cui la frivola, ma affascinante e anche molto poco sensibile Blanche Ingram), ma sceglie lei, lei che sa leggere nella sua anima e lo ritrae, attraverso il delicato tocco della sua matita, per l'uomo che realmente è. 



Potrei dire molto altro su Jane, ma voglio concentrarmi sugli altri importanti personaggi della vicenda. Riallacciandoci a quanto detto sopra, Edward Rochester viene inizialmente presentato come una figura evanescente, un padrone per lo più assente durante l'anno, ma di buon cuore (lo si vede dai doni che porta ad Adele, allieva di Jane, nonché figlia illegittima di Rochester). Man mano che i fatti si susseguono, la maschera indossata da Rochester scivola lentamente, rivelando le umiliazioni e le ingiustizie subite da un uomo che nella sua vita ha inghiottito bocconi sempre più amari. Per lui la presenza di Jane avrà una parvenza angelica, che gli permetterà di scoprire - così come a Jane stessa - cos'è l'amore.

Interessante la presenza di personaggi complementari ai protagonisti stessi. Se è vero che "gli opposti si attraggono", qui l'affermazione è legge: quando Jane scopre dell'imminente arrivo di Blanche al castello, passa ore ed ore ad immaginarla e addirittura la ritrae per dar vita alla sua fantasia. Al momento del suo arrivo, Blanche dà conferma a Jane dell'idea che quest'ultima si era fatta, una donna i cui abiti candidi e i boccoli sapientemente arricciati porteranno sicuramente un matrimonio vantaggioso, ma la cui mancanza di tatto allontanerà da sé alcuna possibilità di amare veramente. 

Così come Blanche è opposta a Jane, anche il reverendo St. John Rivers, sostenitore di Jane durante uno dei momenti più difficili di tutto il romanzo, sembra essere diametralmente opposto a Rochester. L'uno bello, ma tremendamente austero e dedito solo alla sua missione, l'altro brutto ma affascinante, intento a provocare Jane con le sue affermazioni mordaci e le sue domande trabocchetto. Ciononostante, l'amore che lega St. John a Jane, più che un amore viene visto come un dovere, la cui prepotenza spegne ogni interesse ancor prima d'accenderlo. 
Un'altra, importante figura, nonché principale causa di crollo verso la fine del romanzo, si rivela nel libro verso la fine, ma non voglio spoilerarvi più di quanto non abbia già fatto. Vi basta solo sapere che è non è che la goccia che fa traboccare il vaso di segreti e dolori dello stesso Rochester.

Tirando le somme, prima che questo post risulti infinito, vi lascio le mie ultime osservazioni e anche un paio di domande: è pur vero che, spesso e volentieri, nei classici il sugo è molto allungato (io stessa, tra pagine e pagine di dialoghi in cui non si arrivava a nessun punto mi chiedevo: e quando concludete?) e quindi la parola lascia il posto all'azione, ma non è sorprendente quanto i sentimenti, le inquietudini e soprattutto (lasciatemi passare la parola) le sfighe accomunino figure del 1800 a noi poveri e pazzi del 2016? Immaginate a quante Jane, a quanti Rochester e a quante Blanche avete incontrato nella vostra vita...o se siete voi stessi Jane, Rochester e Blanche. Questo non è solo un invito a leggere i classici (la curiosità deve comunque nascere spontaneamente), ma un invito a rivisitarli, a non classificarli come "vecchi" ancor prima di aver letto la trama, o ad associarli soltanto barbosi e letti a causa della scuola o di un esame. Pensate alle vicende dei personaggi, trasponete le loro storie in un'epoca più attuale e magari penserete "cavolo, ma Jane sono io!".

Vi segnalo (e non mi stancherò mai di farlo) anche la sublime trasposizione cinematografica diretta da Franco Zeffirelli nel 1996, con Charlotte Gainsbourg (sì, quella di Nymphomaniac di Lars Von Trier) nel ruolo di Jane Eyre. Ho visto anche la versione del 2011, diretta da Cary Joji Fukunaga, ma...per me è no. 

Augurandovi una buona giornata vi invito sempre a seguirci sulla nostra pagina Facebook, rinnovo le mie scuse per l'infrequente attività, ma lavoro tantissimo e il poco tempo che ho preferisco passarlo lontana dal pc. Fateci sapere le vostre sempre apprezzatissime opinioni e ricordatevi sempre di vivere, leggere, ma soprattutto Amare.
Dorotea.
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