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sabato 7 dicembre 2013

"ANDRA' TUTTO BENE" di STEFANO IANNACCONE

Questa sera, vi parlerò del romanzo scritto da Stefano Iannaccone (giornalista pubblicista, blogger e fondatore di http://www.sferapubblica.it/), edito dalla casa editrice LA BOTTEGA DELLE PAROLE.


Il libro in questione ci regala una prefazione molto simpatica e simpatizzante per il nostro scrittore, nella quale vengono messe in luce le sue abilità.

"Iannaccone scrive, e scrive sogni. Perché li ha vissuti e continua a viverli, mantenendo comunque la consapevolezza del fatto che i sogni non aiutano a pagare le bollette del gas, della luce, del telefono. Però sa che con i sogni si vive meglio."

MASSIMILIANO MORELLI

Attraverso la storia di Marco, studente e aspirante giornalista che sogna di diventare scrittore, e di Fabiana, pittrice per hobby e cameriera per necessità, Iannaccone vuole raccontarci la situazione di disagio, di incertezza e di squilibrio che i giovani vivono al giorno d'oggi, nel nostro Paese.
E' a Roma che la vita di Marco si intreccia con quelle di altri amici, i quali sembrano avere le idee più nitide su cosa fare del proprio futuro, nonostante siano in balia di loro stessi e delle loro paure.
I protagonisti stessi sono le due figure emblematiche di una gioventù disagiata.
Marco è il tipico studente italiano insoddisfatto e frustrato, un ragazzo che pensa troppo e agisce poco, perché sopraffatto dalle circostanze, un ragazzo la cui intelligenza non viene fuori come dovrebbe per limiti imposti da un carattere decisamente insicuro e fragile. Inoltre, durante il suo percorso, si evince questo perenne stato di pigrizia e inettitudine, probabilmente causato da una costante paura per un futuro fatto di false speranze.
Fabiana invece, rappresenta la maggior parte dei figli di genitori separati, una ragazza problematica che trova sfogo nella pittura e che vuole essere indipendente, convinta di non meritare nulla di buono dalla vita, neanche l'amore di Marco.
Certo è, che entrambi faranno delle scelte che cambieranno le loro vite per sempre.

Tecnicamente parlando, il linguaggio utilizzato dallo scrittore risulta essere molto fresco... qualcuno direbbe easy! Sì, proprio un linguaggio giovanile completo di ogni, il quale rispetta a pieno la sua contemporaneità.

 "ecchecazzo" è stata la mia citazione preferita per tutto il tempo della lettura; per non parlare delle ridondanze volute e largamente apprezzate :D

Tornando seri, il merito che va riconosciuto a Stefano è quello di essere riuscito, attraverso una trasbordante ironia e un sottilissimo sarcasmo a fare un quadro ben preciso della situazione, lasciatemelo dire, di merda, in cui ci troviamo. Una sorta di denuncia, una perenne insoddisfazione, la ricerca della verità... 
Una vetrina fasulla e povera che è l'Italia di oggi, insieme alla stragrande maggioranza degli italiani medi, curanti solo del fatto che non vi siano aloni di sputi proprio su quel vetro. 

"Questo è il mio Paese. Il calcio è l'unico vero interesse nazionale. Gli unici momenti in cui ho visto sommosse popolari non è stato per ragioni politiche o sociali o umanitarie o economiche o culturali o chissà che cos'altro: è stato per il pallone."

Parole che lasciano l'amaro in bocca e la nausea in corpo.
Qui, si vive di ostentazione e di futile apparenza, di concreto c'è solo la speranza che un giorno "andrà tutto bene"
"andrà tutto bene"
"andrà tutto bene"
Per Marco risulta come un auto convincimento, ma chi lo sa, forse un giorno (speriamo non molto lontano) sarà davvero così. 
Ma nell'attesa, cari miei lettori, LEGGETE QUESTO CAPOLAVORO dell'attualità!






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