Rieccomi.
Credo sia passato un anno (o quasi) dal mio ultimo post su questo blog. Io e le mie fantastiche colleghe siamo sempre in contatto per aggiornare e apportare migliorie alla nostra piccola piattaforma, perciò restate sempre su questi schermi se volete restare aggiornati sulle nostre recensioni!
Oggi, tuttavia, voglio raccontarvi qualcos'altro. Un off topic o, senza troppi forestierismi, fuori tema rispetto ai soliti trattati da noi: voglio parlarvi del mio primo anno all'estero.
Se avete già spulciato nella sezione dedicata allo staff, saprete che nel 2015 ho trascorso un semestre nella magnifica regione del Sichuan, in Cina, per migliorare le mie competenze relative alla lingua cinese. Tornata in Italia a luglio dello stesso anno, a malincuore devo riconoscerlo, ho presto toccato con mano le difficoltà della vita di una giovane neolaureata, alla quale venivano sempre dette frasi come "Wow hai studiato il cinese! Di certo troverai subito lavoro!", ma che di lavoro non ha visto nemmeno l'ombra. Sono una ragazza come tutte le altre, la cui famiglia lavora costantemente sodo per guadagnarsi da vivere. Ho avuto (e ho tuttora) la fortuna di non conoscere, seppur comprendendo, la miseria, e ho sempre avuto molto, molto, molto più di quel che mi occorresse, e di questo sono grata ogni giorno della mia vita. Nonostante ciò, quando gli anni cominciano a passare e ti avvicini ad una certa età, quel che hai non ti basta più e senti il bisogno di volare via dal nido, di cominciare a pensare, anche lontanamente, all'idea di costruirti un tuo futuro.
Il caso ha voluto che il mio futuro cominciassi a costruirlo a Bristol, piccola città portuale a sud ovest dell'Inghilterra, a poco più un'ora da Cardiff, in Galles. Il caso, o la fortuna, che mi hanno condotta in quella che conoscevo solo come ambientazione di Skins (serie tv che ho visto più volte, tra l'altro), è stata una mia cara amica e compagna di università (che, ovviamente, non smetterò mai di ringraziare, niente avrebbe avuto inizio senza te) il cui lavoro l'aveva condotta proprio a Bristol qualche mese prima.
Castle Park |
The Harbourside |
Arrivata nella mia nuova città il 13 febbraio 2016 alle 9 del mattino, dopo un'estenuante attesa all'aeroporto Stansted di Londra e quattro ore di bus, non mi restavano neppure le forze per piangere. Eppure, una volta arrivata a casa della mia amica e del suo ragazzo che mi hanno gentilmente ospitata durante le prime, durissime settimane, sono scoppiata in lacrime, e non sono riuscita a fermarmi per diversi giorni. Io, dalla lacrima non proprio facile, che piangevo a fontana. Ero palesemente spaventata da un nuovo inizio, quasi certa di aver commesso un errore a lasciare Palermo, i miei amici e la mia fantastica famiglia, e il pensiero di mollare tutto e tornare a casa mi è balenato più volte in mente.
Sarò sincera: non mi riconoscevo più. Avevo già sperimentato la vita all'estero, ma stavolta le condizioni erano differenti: da un'atmosfera da vacanza studio ad una realtà in cui "no lavoro no party", ergo senza lavoro dopo un paio di mesi sarei dovuta tornare a casa; da un periodo di tempo limitato ad uno opzionale; ero partita con un gruppo di amici ed ora mi ritrovavo, seppur con l'appoggio della mia amica, la quale è tornata in Italia dopo un mese, da sola.
Il bello di vivere lontani da casa è, in realtà, l'esatto contrario: non si è mai soli. Questa nuova vita mi ha permesso di incontrare tanti nuovi e fantastici amici. Grazie ad uno di essi, il quale, credetemi, è una delle persone più buone che possano esistere sulla Terra, ho trovato il mio attuale lavoro da receptionist in un hotel, lavoro che, per quanto duro ed estenuante possa essere, spesso mi gratifica. Dopo sette mesi sono stata promossa a capo ricevimento, e sono alla ricerca di un'ulteriore promozione, ma questa è un'altra storia.
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Quello che vi ho appena raccontato non ha nulla di diverso alle centinaia di migliaia di storie di expat in tutto il mondo. Mi sento spesso dire che ho davvero avuto le palle ad andarmene e a ricominciare da zero e che non tutti al mio posto lo avrebbero fatto...in realtà non penso di aver fatto niente che altri milioni di persone non abbiano già fatto, e che faranno.
Nonostante ciò mi sento di riconoscerlo: per quanto ognuno di noi abbia lasciato la propria casa, la propria patria per motivi diversi (chi per scelta, chi per costrizione, chi per disperazione), sono fermamente convinta che abbiamo tutti una cosa in comune: il coraggio e la voglia di vivere il futuro.
Consigli in pillole per cui vuol trasferirsi all'estero:
Ricordate che, qualsiasi cosa accada, potrete sempre tornare a casa e nessuno potrà biasimarvi per averci provato. Fate solo quel che vi sentite e non fatevi scoraggiare da un inizio non tutto rose e fiori. Non è che l'inizio della vostra nuova vita, ed ogni minimo traguardo raggiunto sarà solo fonte di infinita soddisfazione.
Se volete linee guida specifiche per Bristol o l'Inghilterra in generale contattatemi via mail a ebbrezzadellacultura@live.it o via messaggio privato sulla nostra pagina Facebook.
A presto!
Cheers,
Dorotea.