Christopher
Nolan, già regista di Inception, la trilogia di Batman, Memento, etc., scrive,
produce e dirige un film sui viaggi interstellari alla ricerca di un nuovo
pianeta da colonizzare, per prevenire l’estinzione della razza umana sulla
Terra.
Film di genere
fantascientifico, Interstellar
racconta di un imprecisato (ma sottointeso molto prossimo) futuro in cui le
risorse naturali terrestri si sono gravemente consumate a causa di una
sconosciuta forma di malattia vegetale che si nutre di azoto, nota anche come
"piaga"; buona parte delle colture non sono più coltivabili, l’unica
fonte di cibo è il mais. Le tempeste di sabbia sono sempre più frequenti e violente,
causando gravi malattie polmonari. L’ex pilota della NASA Cooper vive ormai da
anni praticando il mestiere dell’agricoltore. Vive in una fattoria con i suoi
figli, Murphy (detta Murph) e Tom, e il nonno Donald. In un mondo dove ormai tutto è in decadenza e dove i
testi scolastici sostengono solamente teorie cospirazioniste contro le missioni
spaziali e in cui lo studio delle specie vegetali è ritenuto l’unico modo per
sopravvivere sul pianeta, Cooper ricorda con malinconia gli anni d’oro della
sua carriera da pilota e ingegnere. A causa di alcune anomalie gravitazionali
che Murph scambia per un fantasma, lei e Cooper scoprono una base di ricerca
segreta della NASA, ridotta ad essere una semplice società segreta, che lavora
per trovare una soluzione all’estinzione umana ormai vicina. Al suo interno,
lavorano il dottor Brand e sua figlia Amelia il cui obiettivo tentare di
trovare una soluzione alla ormai certa estinzione umana. Intendono infatti
mandare una squadra di astronauti e ricercatori attraverso un “wormhole”,
apparso una quarantina di anni prima nelle vicinanze di Saturno, in modo che
possano raggiungere pianeti potenzialmente abitabili in altri sistemi e
galassie. Vengono scelti Cooper, la biologa Amelia Brand, gli scienziati Doyle
e Romilly ed i robot TARS e CASE. Purtroppo, Cooper e gli altri astronauti,
andranno incontro ad una missione impegnativa e pericolosa, verso mondi
sconosciuti.
La locandina di Interstellar
Nolan fa ancora una
volta parlare di sé con Interstellar,
uscito nelle sale a Novembre 2014. Nel cast, tra gli altri, il premio Oscar Matthew
McConaughey, Anne Hathaway, Matt Damon e Michael Caine. L’utilizzo da parte di
Nolan degli effetti speciali per ricreare grandi e impegnative scenografie è
ormai noto. In Interstellar, è
notevole però l’uso che ne fa per mostrare ciò che per noi è ignoto e
“inconoscibile”, permettendoci di avere un’idea più chiara dell’idea di
partenza del film, ispirata dalle ricerche di Kip Thorne, un noto fisico
teorico del California Institute of Technology. Kip Stephen Thorne è un fisico teorico statunitense,
specializzato in fisica della gravitazione e astrofisica ed uno dei maggiori esperti
di relatività generale. È conosciuto soprattutto per le teorie
riguardo alla possibilità di viaggi nel tempo tramite cunicoli spazio-temporali,
per la "congettura del cerchio" sulla singolarità dei buchi neri e
per gli studi sulla loro entropia. Nel 1984 ha fondato il progetto LIGO per la
ricerca delle onde gravitazionali. È anche un fautore delle teorie riguardanti
l'esistenza della materia esotica antigravitazionale, elemento che potrebbe far
aprire cunicoli spazio-temporali. Ha collaborato con fisici come Stephen
Hawking e John Wheleer. Ha scritto il saggio di divulgazione scientifica Black Holes and Time Warps: Einstein's
Outrageous Legacy. Sono state proprio le teorie espresse in tale trattato,
che hanno ispirato Nolan durante lo sviluppo del soggetto di Interstellar.
Da sempre l’uomo è
affascinato dalla possibilità di viaggiare attraverso il tessuto del tempo e
dello spazio. Un’idea simile in un film, anche se molto fantasiosa, è possibile
trovarla nella serie tv britannica “Doctor Who” (di cui parleremo molto presto
nella prossima recensione).
Kip Stephen Thorne il fisico teorico statunitense, le cui teorie hanno ispirato Nolan nella stesura di Interstellar
In Interstellar,
tutto questo non viene vissuto come una semplice possibilità finalizzata a sé stessa,
ma come una possibile soluzione alla salvezza del genere umano. Allo stesso
tempo, potremmo vedere l’eventuale colonizzazione di altri mondi, come il
desiderio intrinseco della natura umana, di conquistare e determinare il
proprio ruolo primario nella gerarchia dell’Universo.
Possiamo interpretare
questo film in base ad alcune metafore: la carestia e le tempeste di sabbia
(quindi il clima arido), che tormentano la Terra, possono essere paragonate ad
una futura perdita di interesse della scienza nei confronti dello spazio,
oppure al contrario (ed io personalmente opto per questa seconda ipotesi), alla
fame di conoscenza che da secoli tormenta l’uomo, che spinto da questa sempre
più in là, finisce col perdersi nel buco nero dell’inconoscibile, cercando di
renderlo “conoscibile”, smettendo quindi di essere un’ipotesi impossibile e
divenendo quindi “possibile. Anche se ci volessero anni, l’uomo non smetterà
mai di nutrire la sua curiosità scientifica, peculiarità che ci aiuta a
crescere e ad evolverci, permettendo di trovare la soluzione alle problematiche
che affliggono il nostro pianeta.
L'attore Matthew McConaughey in una scena del film
Ma questo può portarci
a pensare: la soluzione sarebbe quella di lasciar morire il nostro pianeta dopo
averlo sfruttato e fuggire, senza prenderci le nostre responsabilità e colonizzare
un altro mondo, sfruttarlo sino all’estremo e fuggire nuovamente, continuando
così fino a quando non sarà più possibile voltare le spalle alle nostre colpe e
la Natura farà il suo corso, portandoci comunque ad una estinzione certa? Questa
è una delle domande che porta sottilmente a farci il film. Ulteriore - e
probabilmente la principale - interpretazione che emerge dalla storia
raccontata da Nolan, è la metafora di Ulisse, l’uomo che vagò per vent’anni in
mare, prima di tornare nella sua isola e che, secondo il mito citato da Dante
nel canto XXVI della Divina Commedia, riuscì a superare il confine delle
Colonne d’Ercole (metafora del limite del conoscibile) e a vedere il monte del
Purgatorio per poi essere travolto da un turbine divino. Nel film infatti, il
protagonista è afflitto dalla nostalgia delle grandi ricerche, delle numerose
scoperte fatte nello spazio e spinto dall’intento di salvare la razza umana – e
quindi anche la sua famiglia- da una morte imminente, è deciso a sacrificarsi in
nome della scienza.
Un fotogramma tratto dal film
Sicuramente un eccellente
film, Interstellar, ricco di spunti
di riflessione e di caratterizzazioni dei personaggi ben definite. Nolan è
attento ai particolari ma seppure ha basato il suo lavoro su delle teorie
scientifiche, non esita nell’utilizzo della componente drammatica e romantica,
nel senso ottocentesco della parola, per regalare al pubblico un’opera
visionaria che offre intrattenimento al punto giusto, senza risultare pesante. Unico
neo, forse, la resa del finale, forse un po’ troppo affrettato. Nell’intento di
non rovinarvi la sorpresa non dico altro, augurandomi che anche voi apprezziate
lo stile inimitabile del regista e l’eccellente performance degli attori in un
film che decisamente, fa pensare.
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