"Incompresa", uscito nelle sale a giugno 2014, è il più recente lavoro da regista di Asia Argento, che vede per protagonista la piccola Aria (Giulia Salerno), "imprigionata" in un contesto familiare palesemente mal assortito: una madre italo-francese pianista (Charlotte Gainsbourg, la quale, con la sua magistrale interpretazione di Jane Eyre nella pellicola di Franco Zeffirelli, mi ha devastato il cuore e l'anima numerose volte) che tenta di imporre la sua verve artistica e il suo esagerato amor proprio alla famiglia intera; un padre, attore famoso (Gabriel Garko), nevrotico, scorbutico e assurdamente superstizioso; e infine due sorelle maggiori (Anna Lou Castoldi e Carolina Poccioni) con cui i rapporti sono, tra alti e bassi, piuttosto distaccati. Convinta che nessuno le voglia bene e quasi trasparente agli occhi dei genitori, sempre più presi da se stessi, ad Aria non restano che l'affetto dell'amica del cuore, Angelica, e di un grosso gatto nero - per cui il padre non farà vere e proprie faville - di nome Dac.
Apro una piccola parentesi a proposito del cast, in particolare riguardo ad uno dei personaggi più amati e più odiati dal pubblico italiano, ovvero Gabriel Garko. Vedendolo all'opera in questo film, ci si può effettivamente render conto di come sia un attore un pizzico sottovalutato. Colpa delle fiction in cui lo infilano puntualmente, colpa del solito ruolo da bello, pericoloso e incazzato ma dal cuore d'oro che recita solitamente? Sarà, ma nel ruolo del padre di Aria (in cui, a parer mio, tende anche a prendere lievemente in giro se stesso, o meglio l'aura che circonda il suo personaggio, attraverso i luoghi comuni che volente o nolente coinvolgono le celebrità) riesce a ben immedesimarsi in un uomo paranoico, ossessivo e ossessionato col malocchio da rasentare il ridicolo più e più volte - a causa anche, pur senza volerlo, della figlia, la quale lascia rompere specchi ed entrare piccioni in casa.
Interessante anche la presenza, nella pellicola, di Max Gazzé, con un ruolo piccolo, ma significativo (che lo spettatore dovrà tenere a mente per tutta la durata del film), e di Anna Lou Castoldi, figlia della Argento, al suo primo ruolo sul grande schermo.
Per il resto, la trama è ben strutturata e lo svolgersi delle scene parecchio godibile. Che Asia Argento abbia voluto appositamente lasciare un'impronta biografica nel film è più che evidente - dalla scelta del nome Aria/Asia - nonché figlia d'arte - per la protagonista, al nome dell'amica Angelica (lo stesso nome della migliore amica della Argento, come ho potuto scoprire seguendola su Instagram), ma in particolare grazie all'atmosfera punk-rock presente nel film dall'inizio alla fine (che, da brava amante del punk '77, non ho potuto non notare), simbolo del disfacimento di una famiglia e della stessa Aria, la quale, ritrovandosi spesso a vagare in giro per Roma, rifiutata da entrambi i genitori, non potrà non sentirsi quello che effettivamente è: incompresa.
Vi lascio al trailer del film:
Dorotea.
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