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lunedì 5 agosto 2013

Cronaca di una fan: concerto dei Muse allo Stadio Olimpico di Roma, 6 luglio 2013

Premetto che qui non intendo scrivere l’ordine delle canzoni eseguite, non è una lista della spesa, ma descrivo semplicemente ciò che sono le mie impressioni in generale. Quindi se non ho citato qualche pezzo perdonatemi, ma non era il mio scopo. Mi scuso se la mia non è una recensione imparziale, d’altra parte ho deciso di condividere con voi ciò che è stato per me questo evento. Grazie. Ore 21:00, l’aria è elettrica. Lo stadio è stracolmo di fan tutti in attesa della loro entrata in scena. Da un megafono si sente una voce gracchiante ma con le urla della gente non si riesce a capire granché. A fatica riusciamo a sederci ai nostri posti con una specie di ansia che percorre i nostri nervi. Ci troviamo in curva nord, molto in alto, non si vede molto bene il palco, inondato da riflettori dalla luce bianchissima. Tutto intorno a noi è una mare di gente; d’improvviso dalle file laterali parte una mega- hola, e ci uniamo di buon grado,esultanti. Per un po’ si continua così, il buio scende e nello stadio si accendono le illuminazioni. Il tempo sembra essersi dilatato, non ci rendiamo conto di quanto tempo sia passato, forse dieci minuti, forse quindici, ma in realtà nella febbrile attesa sembra siano passate ore. Quando ecco che tutto si fa buio e le prime note di Supremacy aleggiano nell’aria. Un boato rimbomba in tutto l’edificio. Il concerto è iniziato! Un’esplosione sul palco. I Muse sono sempre in forma, Matt è iper- attivo sul palco, non si ferma mai, Dom è dinamico e muove le bacchette talmente veloce e con foga da non riuscire a vedere bene i suoi movimenti. Chris è sempre pacifico e tranquillo, impegnandosi al meglio per una buona performance. Getti di fuoco a ritmo di musica si alternano alle note della canzone. La voce di Matt cambia tonalità con naturalezza, senza sforzi. Divertentissima Panic Station con i pupazzetti sullo schermo con le fattezze dei grandi leader politici, c’è persino Papa Francesco che balla insieme ad Obama e la Merkel, mentre Putin fa la danza del robot. A seguire il gruppo si cimenta con i grandi classici e altri pezzi del nuovo album “The 2nd Law”, tra cui Animals, con l’incredibile performance del banchiere avido che alla fine della canzone, lancia del denaro sul pubblico estasiato davanti il palco, mentre fontane di coriandoli sparano a getto continuo anche dollari su dollari. Non credevo che l’avrebbero suonata, ma lo fanno: sento i primi accordi di Feeling Good e mi esalto. Sul palco appare una donna in carriera sensuale in taiuller che parla incessantemente al telefonino. Dopodiché si avvicina ad una pompa di benzina piazzata lì sulla pedana finale del palco e comincia a ingoiare quella che a noi dovrebbe apparire benzina (inutile dire che non lo era, eh!  ). Mentre nel video proiettato, i prezzi del petrolio continuavano a salire. Eccezionale Chris nell’interpretazione di Man with Harmonica di Ennio Morricone, intro di uno dei pezzi più complesso dal punto di vista strumentale: Knights of Cydonia. Anche Histerya fa la sua figura, mentre tutti pogano e ballano a ritmo, infervorati dall’energia che si propaga dal gruppo. Il pubblico è in visibilio, una coppia davanti a me si abbraccia felice. Durante il concerto suonano anche Madness, Follow Me, Unintended, Undisclosed Desires e lo stadio si illumina di accendini accesi appositamente. Uno dei pezzi che ho preferito è stato Plug in Baby, che ho avuto modo di apprezzare ugualmente al concerto di Pesaro, a novembre scorso. Suonano Resistance e Time is running out e tutta la folla canta insieme a loro, Chris si esibisce anche con i suoi pezzi, ma non tutti sembrano apprezzarli, molti stanchi dalla frenesia precedente si siedono, riprendendo fiato. La parte più esaltante arriva con l’enorme lampadina, che molti conoscitori dei concerti del gruppo conoscono bene, dove appesa vi era una bellissima acrobata vestita di bianco, che danzava in aria librandosi in una maniera da farti rimanere ipnotizzata a fissarla. Tutti a bocca aperta, osserviamo quel meraviglioso spettacolo. C’è stata anche una breve pausa, dove hanno proiettato il video di Liquid State (“theme” del film World War Z).
Ad Unsustainable appare un robot gigantesco e siamo divertiti dal confronto con Matt e Chris vicino al colosso che si muove e spara fumo dalla testa, mentre le colonne di fuoco in alto sputano fuoco nuovamente. Survival è come ogni volta incredibile. Vengo colta dall’imponenza dei suoni, dalla forza e dalla determinatezza della voce di Matt e dalla batteria di Dom, mentre intorno sembra di vivere in un’atmosfera onirica. Con Uprising i Muse ancora una volta riescono ad interagire alla grande con il pubblico, mentre sullo schermo appaiono le loro immagini moltiplicate quasi all’infinito in un ordine piramidale, come un esercito immenso, mentre Matt incita il pubblico a compiere i suoi stessi movimenti. Anche i miei accompagnatori si fanno prendere dalla foga e lo imitano, così mi guardo intorno e vedo che tutti fanno la stessa cosa e la cosa mi diverte parecchio.
Finito il concerto tutti avevano facce un pò desolate, come se un pezzo di cuore fosse andato via con loro. Abbiamo notato il disappunto di molti perché volevano il bis, ma non è stato possibile e questo ha rattristato gli spettatori. Siamo andati via soddisfatti della bellissima serata e dal tripudio di emozioni che ci hanno lasciato, con la speranza di avere presto l’occasione di rivedere di nuovo uno spettacolo strabiliante come quello, forse anche migliore. Il loro stile rock, ma con l’evidente eleganza tutta “british” rende i Muse un gruppo a cui ci si può appassionare facilmente, a qualunque età, sia per il tipo di musica che per i testi, poetici e sferzanti, in cui non fanno altro che mettere semplicemente i loro pensieri e le loro riflessioni sull’amore, sul presente e su quello che ci rivelerà il futuro, con piccole note polemiche e di stizza nei confronti della situazione politica ed economica attuale. Un gruppo innovativo, sempre in evoluzione, ma che si distingue dagli altri,dall’inconfondibile sound che riecheggiando nella nostra mente, ogni volta ci fa scoprire qualcosa di nuovo.

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