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sabato 6 dicembre 2014

Voglia di CINEMA: Interstellar: un visionario viaggio nell’iperspazio con Matthew McConaughey e Anne Hathaway


Christopher Nolan, già regista di Inception, la trilogia di Batman, Memento, etc., scrive, produce e dirige un film sui viaggi interstellari alla ricerca di un nuovo pianeta da colonizzare, per prevenire l’estinzione della razza umana sulla Terra.

Film di genere fantascientifico, Interstellar racconta di un imprecisato (ma sottointeso molto prossimo) futuro in cui le risorse naturali terrestri si sono gravemente consumate a causa di una sconosciuta forma di malattia vegetale che si nutre di azoto, nota anche come "piaga"; buona parte delle colture non sono più coltivabili, l’unica fonte di cibo è il mais. Le tempeste di sabbia sono sempre più frequenti e violente, causando gravi malattie polmonari. L’ex pilota della NASA Cooper vive ormai da anni praticando il mestiere dell’agricoltore. Vive in una fattoria con i suoi figli, Murphy (detta Murph) e Tom, e il nonno Donald. In un  mondo dove ormai tutto è in decadenza e dove i testi scolastici sostengono solamente teorie cospirazioniste contro le missioni spaziali e in cui lo studio delle specie vegetali è ritenuto l’unico modo per sopravvivere sul pianeta, Cooper ricorda con malinconia gli anni d’oro della sua carriera da pilota e ingegnere. A causa di alcune anomalie gravitazionali che Murph scambia per un fantasma, lei e Cooper scoprono una base di ricerca segreta della NASA, ridotta ad essere una semplice società segreta, che lavora per trovare una soluzione all’estinzione umana ormai vicina. Al suo interno, lavorano il dottor Brand e sua figlia Amelia il cui obiettivo tentare di trovare una soluzione alla ormai certa estinzione umana. Intendono infatti mandare una squadra di astronauti e ricercatori attraverso un “wormhole”, apparso una quarantina di anni prima nelle vicinanze di Saturno, in modo che possano raggiungere pianeti potenzialmente abitabili in altri sistemi e galassie. Vengono scelti Cooper, la biologa Amelia Brand, gli scienziati Doyle e Romilly ed i robot TARS e CASE. Purtroppo, Cooper e gli altri astronauti, andranno incontro ad una missione impegnativa e pericolosa, verso mondi sconosciuti.


                                                     
                                                                               La locandina di Interstellar


Nolan fa ancora una volta parlare di sé con Interstellar, uscito nelle sale a Novembre 2014. Nel cast, tra gli altri, il premio Oscar Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Matt Damon e Michael Caine. L’utilizzo da parte di Nolan degli effetti speciali per ricreare grandi e impegnative scenografie è ormai noto. In Interstellar, è notevole però l’uso che ne fa per mostrare ciò che per noi è ignoto e “inconoscibile”, permettendoci di avere un’idea più chiara dell’idea di partenza del film, ispirata dalle ricerche di Kip Thorne, un noto fisico teorico del California Institute of Technology. Kip Stephen Thorne è un fisico teorico statunitense, specializzato in fisica della gravitazione e astrofisica ed uno dei maggiori esperti di relatività generale. È conosciuto soprattutto per le teorie riguardo alla possibilità di viaggi nel tempo tramite cunicoli spazio-temporali, per la "congettura del cerchio" sulla singolarità dei buchi neri e per gli studi sulla loro entropia. Nel 1984 ha fondato il progetto LIGO per la ricerca delle onde gravitazionali. È anche un fautore delle teorie riguardanti l'esistenza della materia esotica antigravitazionale, elemento che potrebbe far aprire cunicoli spazio-temporali. Ha collaborato con fisici come Stephen Hawking e John Wheleer. Ha scritto il saggio di divulgazione scientifica Black Holes and Time Warps: Einstein's Outrageous Legacy. Sono state proprio le teorie espresse in tale trattato, che hanno ispirato Nolan durante lo sviluppo del soggetto di Interstellar.
Da sempre l’uomo è affascinato dalla possibilità di viaggiare attraverso il tessuto del tempo e dello spazio. Un’idea simile in un film, anche se molto fantasiosa, è possibile trovarla nella serie tv britannica “Doctor Who” (di cui parleremo molto presto nella prossima recensione).




     Kip Stephen Thorne il fisico teorico statunitense, le cui teorie hanno ispirato Nolan nella stesura di Interstellar

In Interstellar, tutto questo non viene vissuto come una semplice possibilità finalizzata a sé stessa, ma come una possibile soluzione alla salvezza del genere umano. Allo stesso tempo, potremmo vedere l’eventuale colonizzazione di altri mondi, come il desiderio intrinseco della natura umana, di conquistare e determinare il proprio ruolo primario nella gerarchia dell’Universo.
Possiamo interpretare questo film in base ad alcune metafore: la carestia e le tempeste di sabbia (quindi il clima arido), che tormentano la Terra, possono essere paragonate ad una futura perdita di interesse della scienza nei confronti dello spazio, oppure al contrario (ed io personalmente opto per questa seconda ipotesi), alla fame di conoscenza che da secoli tormenta l’uomo, che spinto da questa sempre più in là, finisce col perdersi nel buco nero dell’inconoscibile, cercando di renderlo “conoscibile”, smettendo quindi di essere un’ipotesi impossibile e divenendo quindi “possibile. Anche se ci volessero anni, l’uomo non smetterà mai di nutrire la sua curiosità scientifica, peculiarità che ci aiuta a crescere e ad evolverci, permettendo di trovare la soluzione alle problematiche che affliggono il nostro pianeta.


                                        

                                                          L'attore Matthew McConaughey in una scena del film         

Ma questo può portarci a pensare: la soluzione sarebbe quella di lasciar morire il nostro pianeta dopo averlo sfruttato e fuggire, senza prenderci le nostre responsabilità e colonizzare un altro mondo, sfruttarlo sino all’estremo e fuggire nuovamente, continuando così fino a quando non sarà più possibile voltare le spalle alle nostre colpe e la Natura farà il suo corso, portandoci comunque ad una estinzione certa? Questa è una delle domande che porta sottilmente a farci il film. Ulteriore - e probabilmente la principale - interpretazione che emerge dalla storia raccontata da Nolan, è la metafora di Ulisse, l’uomo che vagò per vent’anni in mare, prima di tornare nella sua isola e che, secondo il mito citato da Dante nel canto XXVI della Divina Commedia, riuscì a superare il confine delle Colonne d’Ercole (metafora del limite del conoscibile) e a vedere il monte del Purgatorio per poi essere travolto da un turbine divino. Nel film infatti, il protagonista è afflitto dalla nostalgia delle grandi ricerche, delle numerose scoperte fatte nello spazio e spinto dall’intento di salvare la razza umana – e quindi anche la sua famiglia- da una morte imminente, è deciso a sacrificarsi in nome della scienza.


                                                      Un fotogramma tratto dal film



Sicuramente un eccellente film, Interstellar, ricco di spunti di riflessione e di caratterizzazioni dei personaggi ben definite. Nolan è attento ai particolari ma seppure ha basato il suo lavoro su delle teorie scientifiche, non esita nell’utilizzo della componente drammatica e romantica, nel senso ottocentesco della parola, per regalare al pubblico un’opera visionaria che offre intrattenimento al punto giusto, senza risultare pesante. Unico neo, forse, la resa del finale, forse un po’ troppo affrettato. Nell’intento di non rovinarvi la sorpresa non dico altro, augurandomi che anche voi apprezziate lo stile inimitabile del regista e l’eccellente performance degli attori in un film che decisamente, fa pensare.

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