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lunedì 14 dicembre 2015

Voglia di Cinema: "I segreti della mente" (2010)

Ancora una volta, un sincero e gigantesco grazie a Netflix che mi sta aprendo un mondo facendomi scoprire centinaia di film di cui, a dirla tutta, non avevo mai sentito parlare.               Oggi è la volta de "I segreti della mente"(titolo originale: Chatroom), pellicola del 2010, a cura del regista Hideo Nakata, il quale ha trasformato in film alcune opere di Koji Suzuki, come Ring (la versione originale giapponese), la versione occidentale del sequel, The Ring 2, e Dark Water.   L'impronta di Nakata, proiettata verso un'autentica manipolazione della mente che porta spesso inevitabilmente alla tragedia, è la chiave del film.                                           Ad aprire le danze è William (Aaron Taylor - Johnson), adolescente mentalmente disturbato, che decide di creare una chatroom, "Chelsea teen", a cui fanno subito parte altri quattro ragazzi: Eva (Imogen Poots), aspirante modella che ben presto si rende conto di quanto inconsistente e mediocre sia l'ambiente in cui vive; Emily (Hannah Murray), "vittima" della severità dei genitori; Mo (Daniel Kaluuya), infatuatosi della sorellina undicenne del suo migliore amico e timoroso di essere considerato un pedofilo; e infine Jim (Matthew Beard), la presenza più scostante all'interno della chatroom. Schivo, timido e tremendamente insicuro, è la preda perfetta per il piano perverso e crudele di William: indurlo al suicidio.




Il film dà una visione più che lampante di quanto il cyberspazio, nel momento il cui uso supera il limite dello svago per cui è stato effettivamente creato, diventi una trappola, più asfissiante di un boa constrictor, più di una stanzetta senza finestre. Gli utenti si ritrovano dalla parte opposta: una volta riusciti nell'intento dell'"evadere dalla realtà", è proprio la realtà stessa ad evadere da essi, e a rendere reale ciò che invece non esiste, permettendo loro di credere che ciò che leggono sia sempre autentico e dia i consigli migliori. Ed è ciò che adopera William: attraverso una sottile e crudele manipolazione, come il ragno intrappola la preda nella propria rete, egli cercherà di intrappolare il fragile Jim nella fitta ed inestricabile rete del web. 
Un cyberthriller che, benché prevedibile in certi punti, cattura lo spettatore. Ciò che ho più apprezzato in questo film è la rappresentazione che Nakata ha dato delle chatroom: una serie di ambienti spaziosi, popolati da gente d'ogni sorta, tant'è che inizialmente lo spettatore pensa di assistere a degli incontri fisici tra i personaggi. 

Vi lascio, come sempre, al trailer del film.

Dorotea.

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